Dopo l’Americano, un cocktail dagli ingredienti tutti italiani, che
richiamava lo stile delle bevande miscelate d’oltreoceano, passiamo ad un
cocktail che ha ancora una parte della sua origine che ricorda, nel bene e nel
male, il Belpaese.
Il cocktail di oggi è il Godfather, che senza alcun dubbio
d’interpretazione, è stato ispirato dalle leggende relative alla mafia
italoamericana negli USA, che imperversava nel mondo criminale d’inizi
novecento.
Poiché la paternità di questo drink non è
mai stata accertata, non si conosce con certezza neanche l’ispirazione da cui
ha avuto origine.
Secondo la prima ipotesi il Godfather è un
omaggio a Marlon Brando, amante del drink e protagonista del film “Il Padrino”,
conosciuto in lingua originale proprio come “The Godfather”.
La seconda ipotesi vuole che il cocktail
sia un omaggio ai famosi gangster italoamericani Al Capone e Jackie D’Amico, protagonisti
del Proibizionismo e assidui frequentatori dei locali notturni dell’epoca.
Questa dovrebbe essere la tesi più accreditata, anche per l’assonanza con la
seconda variante di questo drink, la cui origine è certa: il Godmother,
dedicata alle prime donne d’onore della storia malavitosa italiana (Pupetta
Maresca e Rosetta Cutolo). L’altra variante, il French Connection, è legato
alla malavita Marsigliese ed al commercio di eroina negli Stati Uniti con
l’appoggio della mafia italo-americana. I tre cocktail formano la trilogia dei
“Criminal Cocktails”.
Come si può vedere dai temi a cui sono
collegati i drinks, la matrice comune è la mafia italiana, quindi nelle tre
varianti, il comune denominatore sarà la parte aromatica del cocktail conferita
da un liquore tipicamente italiano: l’Amaretto di Saronno.
La ricetta della versione originale è
semplicissima da preparare:
·
1 parte
di Scotch Whisky
·
1 parte
di Amaretto
SI versano gli ingredienti in un bicchiere
Old Fashioned colmo di ghiaccio cristallino e si mescola delicatamente con lo
stir.
Le due varianti sostituiscono lo Scotch,
nelle stesse quantità, con basi alcoliche appropriate al tema.
La variante femminile, il Godmother
prevede, la vodka più neutra per esaltare la dolcezza dell’amaretto e renderlo
più morbido (forse troppo), mentre quella francese sostituisce il whisky con il
Cognac.
In abbinamento ad un sigaro, consiglio la
versione originale utilizzando un Blended Scotch Whisky o meglio ancora un
Canadian Whisky, anziché un Single Malt Scotch Whisky, perché lo rende più
armonico, regolando la quantità di amaretto tra 1/2 parte ed 1 parte, in
funzione della componente amara e della fortaleza del sigaro.
Chiaramente è da utilizzare sempre dal
secondo al terzo tercio e con sigari forti.
Sconsiglio invece le due varianti perché
troppo dolci ed a mio avviso, quasi stucchevoli.
Fabrizio Gulini